venerdì 1 luglio 2016

Trovare un ragazzo a 40 anni?

Come trovare un ragazzo a 40 anni?

A ben considerarlo quale Cristo l'ha costituito nella pienezza della sua perfezione, si potrebbe definire il matrimonio " la comunanza totale ed armoniosa di due esseri umani di sesso diverso ".
Questa definizione, d'origine cristiana, è anche la più umana che ne possa dare la filosofia.
Presso i popoli non cristiani, sia dell'antichità pagana sia dell'epoca contemporanea, si costata che il matrimonio è la comunanza più completa esistente nella loro società. E tuttavia non è totale, ne in profondità, ne in durata. Tutti i popoli non cristiani, senza eccezione, pure ai nostri giorni, ammettono la poligamia come elemento intrinseco del matrimonio. 
In tutti i paesi dell'Asia e dell'Africa, l'uomo ha il diritto di avere più spose. Senza dubbio, questo diritto rimane frequentemente teorico in conseguenza della mancanza di mezzi; tuttavia ottiene ancora assai spesso i suoi effetti pratici. È evidente che in un matrimonio di questo genere, la comunanza di vita tra lo sposo e le spose non può essere totale. Il marito ordinariamente ha il cuore diviso. Senza dubbio egli sceglierà tra le sue spose una favorita, a vantaggio della quale si effettuerà quel dono del cuore che è uno degli elementi essenziali del matrimonio; ma anche questo dono sarà assai frequentemente precario. In ogni caso, per le sue altre mogli, il matrimonio non creerà quell'unione totale che esso potrebbe essere e che, nel Cristianesimo, deve essere.
In tutti i paesi non cristiani (e gli ambienti neo-pagani dell'Occidente ritornano, fino ad un certo punto, a questa concezione), il Diritto dominante tollera il ripudio e il divorzio. Di nuovo, leggi e costumi oppongono, praticamente, certi ostacoli alla loro attuazione: per esempio l'obbligo di restituire la dote ricevuta in pagamento della fidanzata. Siccome tanto in Cina e nel Congo che nei nostri paesi nessuno è contento di sborsare, questa necessità oppone reali difficoltà alla rottura del matrimonio... Nel Congo, lo zio materno, vero proprietario della giovane ed arbitro del suo matrimonio, riceve il prezzo della dote. In caso di ripudio egli dovrà restituirla; cosa che non sopporterà dunque, se non nel caso in cui ne ricavi profitto. Se un pretendente gli offre sei monete per sposare la sua nipote ripudiata e se, per liberarla dai legami di un matrimonio anteriore, egli deve sborsarne solo quattro al marito, il mercato sarà concluso. Altrimenti vi si opporrà. Ciò spiega come mai questi casi di ripudio rimangano relativamente rari.
In realtà, tutti i popoli hanno sentito come la fragilità del legame coniugale sia dannosa alla società, ed hanno reso difficili il divorzio e il ripudio. Questi tuttavia rimangono possibili e la donna è esposta, fino ad un certo punto, all'abbandono forzato dei suoi figli e a vedersi ceduta ad un altro uomo, secondo il beneplacito del marito e per il maggior profitto finanziario della parentela. Un tal matrimonio non realizza dunque la donazione totale di due esseri umani l'uno all'altro, poiché i termini stessi del contratto pongono a questo dono delle restrizioni e delle riserve.
Storicamente, il Cristianesimo ha imposto per il primo a tutto l'Occidente la concezione del matrimonio monogamico e indissolubile. I due coniugi devono donarsi definitivamente l'uno all'altro: essi saranno due, saranno solo due, e questo per sempre. Così l'unione totale degli sposi è resa possibile, la struttura stessa del matrimonio la facilita e l'ostacolo interno più immediato all'interezza del dono reciproco, la pluralità delle spose, è eliminato di diritto.
Diffondendo nell'umanità questa dottrina e facendone ai suoi fedeli un dovere di viverla, il Cristianesimo è stato un fattore di civilizzazione e di umanesimo ed ha contribuito all'attuazione del più perfetto matrimonio e, pertanto, del migliore amore e della più grande felicità nelle famiglie.


[Tratto da "Il matrimonio. Il libro della giovane" di Pierre Dufoyer, Edizioni Paoline]