lunedì 26 settembre 2016

Trovare un ragazzo a 34 anni

Trovare un ragazzo a 34 anni? Sì anche una donna di 34 anni può trovare un ragazzo con cui sposarsi e formare una famiglia cristiana. Ma affinché il matrimonio sia felice è importante selezionare con cura il futuro sposo. 

Un simile quadro snatura forse la mentalità della giovane? Non è forse questo il suo modo normale di intravedere il matrimonio e la maternità? Non li considera soprattutto sotto la visuale della dolcezza e della gioia personale? Senza dubbio questi pensieri sono legittimi, ma sono lontani dall’esaurire tutte le ricchezze della realtà e non considerano il matrimonio con l'ampiezza conveniente. Di fatto è un'istituzione ben più importante ed infinitamente più bella. Secondo il disegno di Dio il matrimonio include una dolcezza e felicità personale, ma non è solo questo: consiste essenzialmente anche nella missione sociale e religiosa di conservare e di estendere la Città terrena e il Regno di Dio mediante la procreazione e l'educazione cristiana dei figli. Si dirà forse che è la stessa cosa e che questa due punti di vista, praticamente, si confondono. Ciò non è del tutto esatto. Nella misura, in cui le giovani sono animate nei loro sogni dalla mentalità descritta più sopra, la loro visuale, bisogna ammetterlo, è quasi esclusivamente personale e relativamente egoista. Per eguagliare l'ampiezza delle vedute divine, essa dovrebbe essere anche, o piuttosto prima di tutto, religiosa e sociale. Nella loro aspirazione al matrimonio, le giovani dovrebbero desiderare di contribuire, moltiplicando la vita umana, alla durata e al progresso della Città terrestre, alla dilatazione della Chiesa e del Regno di Dio: solo aggiungendo questi motivi più disinteressati alla loro volontà di gioia, di effusione, di felicità sapranno vedere il matrimonio in tutta la sua ampiezza e comprenderne tutta la bellezza.
Questo modo di considerare il matrimonio è assai importante per la sua riuscita sia coniugale che sociale. Per chi ha visto soltanto dolcezza, dolcezza di essere sposa, dolcezza di essere mammina, c'è da temere che le delusioni della vita coniugale e le fatiche della maternità non disingannino profondamente questi sogni sentimentali e non spezzino l'ardore di simili fanciulle un po' pazzerello e troppo romantiche.
Se invece si affronta il matrimonio non per cercarvi un piacere, ma per compiervi una missione, si avrà una probabilità ben maggiore di superarne coraggiosamente le inevitabili difficoltà. Sono proprio le donne che si consacrano con maggior cuore e coscienza al loro dovere di sposa e di madre quelle che scoprono, per soprappiù, la gioia e la dolcezza tanto desiderate.
Allarghino dunque le giovani i loro orizzonti, aspirino a qualcosa, se non di più dolce, almeno di più grande, più solido, più imponente, più bello. La vita coniugale deve essere uno sforzo cosciente, tenace, generoso per far contento il proprio marito, renderlo coraggioso e forte nei suoi doveri sociali, nonostante le delusioni e i disinganni immancabili. La maternità va considerata come un impegno sociale e religioso importante. Si desidererà diventare madre non solamente perché è una cosa dolce, ma perché allevare bene i figli è compiere la volontà di Dio, salvare la Città terrena dalla vecchiaia e dalla rovina, assicurare alla Città celeste il suo reclutamento di eletti. Se le giovani di oggi non accettassero di essere mamme, la fine del secolo, conoscerebbe soltanto vecchi e tombe, la Chiesa non recluterebbe più né battezzati, né sacerdoti, né missionari, il Cielo vedrebbe esaurita la sorgente degli eletti.
Il matrimonio comporta alti interessi sociali e religiosi. Niente di più naturale che le giovani continuino a considerare con speranza il loro avvenire coniugale e a sognare la dolcezza del matrimonio! Ma imparino anche ad innalzare le loro vedute e ad attuarle alla magnifica ampiezza dei piani di Dio.


[Tratto da "Il matrimonio. Il libro della giovane" di Pierre Dufoyer, Edizioni Paoline]